Ieri è stato un giorno di portata storica, i ricercatori del progetto internazionale Eht (Event Horizon Telescope) hanno ottenuto per la prima volta un’immagine di quello che in realtà è l’opposto esatto della rappresentazione visiva, ovvero un buco nero. Si tratta della zona più interna delle galassie, in cui la materia è così massiccia e la sua forza di gravità è talmente forte che attrae al suo interno tutto ciò che la circonda, perfino la luce. In pratica quindi quasi tutta la luce viene assorbita dalla massa, e solo una piccola parte, in quello che viene chiamato “orizzonte degli eventi”, ovvero la parte che separa il buco nero dallo spazio circostante, può essere rilevata da telescopi potentissimi. L’immagine che abbiamo visto ieri per la prima volta è quindi in realtà un’ombra, un’assenza di luce!
In pratica, come spiegano gli stessi ricercatori, l’orizzonte degli eventi è il limite massimo alla capacità umana di esplorare l’universo, in quanto dal buco nero non è possibile ricevere indietro nessuna informazione. La luce riflette e arriva ai nostri occhi, permettendoci di vedere, ma nel buco nero questo non è possibile.
È singolare che proprio nell’era in cui le immagini, l’apparenza, hanno un ruolo così fondamentale, ci si renda conto che c’è un limite alla possibilità di vedere, di scoprire tutto. È un po’ come perdere l’innocenza, trovarsi di fronte la realtà inevitabile e non poter veramente fare niente per andare oltre, si può solo accettarla così com’è. Un po’ come Peter Pan che, sul limitare dell’orizzonte degli eventi ritrova la sua ombra e diventa grande.