Ho trovato molto interessante, qualche giorno fa, l’intervento di Michela Murgia alla Tv delle ragazze, potete vederlo qui. La scrittrice sarda propone due storie moderne, nonchè note saghe cinematografiche: Harry Potter e Star Wars.
In entrambe si celebra il mito dell’eroe in guerra da solo contro tutti, ed effettivamente le similitudini tra i due personaggi e le due vicende sono impressionanti. Se penso alla mia infanzia, mi vengono in mente i film d’animazione giapponesi (anime) in cui erano protagonisti robot dalle stupefacenti trasformazioni, guidati sempre da piloti/eroi/maschi. Li seguivo molto, sognandomi alla guida di astronavi velocissime. Anche in quel caso, la compagna dell’eroe tutt’al più gli lanciava i componenti… o se proprio combatteva insieme a lui, si trattava della sorella ritrovata dopo decenni di separazione (come avviene anche per la principessa Leila di Star Wars).
Il mezzo televisivo e cinematografico è oggi lo strumento principale per la diffusione di storie e racconti. Ogni best seller letterario non attende altro, al giorno d’oggi, che di essere trasferito sul grande schermo, in un film o meglio ancora in una serie tv, e di raggiungere in maniera capillare il grande pubblico. Possiamo ormai vedere i film a casa, su tv enormi, a prezzi accessibili per tutti grazie alle piattaforme streaming. È importante quindi rendersi conto degli esempi culturali che ci vengono proposti, con cui crescono i nostri figli, e di quanto ne restiamo condizionati.
Ma sarà proprio vero che l’eroe deve vincere le battaglie da solo? O magari si può vincere insieme, aiutandosi l’uno con l’altro? E saranno poi così felici questi eroi, che rinunciano a una loro vita, agli affetti e alle piccole gioie quotidiane per combattere in eterno? Non li vedo sprizzare gioia da tutti i pori… anzi sono sempre tormentati, come tanti uomini di oggi che dedicano la loro vita alla carriera e poi rimangono del tutto spiazzati davanti al fallimento di una storia d’amore…
Mentre scrivo cerco di pensare a un film “corale”, che possa invece rappresentare un altro ideale di uomo che realizza se stesso grazie alla collaborazione con altri. Dal basso della mia ridotta cultura cinematografica, per ora mi viene in mente solo Full Monty, il film inglese del 1997 dove alcuni amici disoccupati si mettono insieme per realizzare uno spettacolo di spogliarello, recuperando paradossalmente la loro dignità, la fiducia in se stessi e anche rinnovate dimostrazioni d’affetto da familiari e amici. Un film molto divertente, in cui un momento negativo si trasforma in una risorsa, e i protagonisti si ritrovano ad affrontare insieme un’avventura ironica e imprevedibile: la realtà.