Tornando sulla contaminazione musica/design, come cultrice della grafica del tempo (anche di gran parte della musica, fondamenta di tutto quello che si è poi ascoltato dai ’70 ad oggi) mi piace ricordare uno dei graphic designer e illustratori più originali e versatili, anima “grafica” delle liriche dei Beatles: Alan Aldridge.
Unica la sua capacità di interpretare il surrealismo puro dei testi di alcune delle canzoni dei Beatles, dove il suo stile già ispirato a Dalì si distingue per le originalissime suggestioni “psichedeliche” tipiche dell’epoca che troviamo anche in artisti come Milton Glaser.
Realizza il libro “The Beatles Illustrated Lyrics” dove interpreta visivamente i testi di molte canzoni del quartetto di Liverpool immaginando visioni spesso innovative e ardite, disegna il White Album, per Elton John la copertina di Captain Fantastic, la cover del secondo album degli Who A quick one, affiancando, a queste, altre collaborazioni con grandi della musica del periodo.
In una non recente intervista della BBC (qui il link http://www.hungertv.com/art-culture/feature/the-man-with-kaleidoscope-eyes-alan-aldridge/) lo stesso Aldridge spiega come un ragazzo della classe operaia, senza una formazione specifica sia riuscito a diventare una figura chiave nella comunicazione visiva degli anni 60, come art director dei Penguin Books, fino a tempi più recenti come direttore artistico dell’Hard Rock Cafè.
Qui potete trovare alcune delle opere più famose, memoria visiva anche per quelli più giovani di noi, che come noi vivono di musica e immagini.
http://www.dezeen.com/2008/10/14/alain-aldridge-at-the-design-museum/