Per indole e natura i temi sociali ci hanno sempre appassionato, sia che fossero legati ai diversi aspetti della “diversità” intesa come opportunità, che all’ambiente, al cibo, all’integrazione, alla salute.
Già agli esordi della nostra attività di designer della comunicazione ci siamo confrontate, spesso come attività di volontariato, con progetti legati a temi etici e sociali.
Se, osservando i lavori di 20 anni fa si può cogliere, con l’esperienza di oggi, una qualche ingenuità espressiva, restano fermi dei principi base a cui ci siamo sempre allineate per ragionare in termini progettuali.
Il colore, la scelta dei font, l’impostazione del form grafico che accompagnano questo tipo di comunicazione è stato sempre trattato in modo rigoroso senza alcun “compiacimento” volto ad accentuare l’aspetto drammatico del tema, ove questo lo fosse.
Il desiderio che la comunicazione fosse efficace e in qualche modo “gradevole”, non respingente, è sempre stato il nostro obiettivo e lo è ancora oggi.
Catturare l’attenzione di un pubblico meno sensibile a certi temi puntando su una comunicazione che non si allinei al vecchio andante cromatico che cavalca l’abbinamento drammatico=nero/rosso, o si serve di immagini esageratamente esplicite nella loro tragicità.
Affinché il messaggio arrivi all’utente ultimo in modo di sensibilizzarlo alla causa, che fosse una firma, una donazione, un approccio nuovo o un pensiero rivolto a chi non è così fortunato come noi.